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venerdì 24 maggio 2019

Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso Recensione

Ciao lettori erranti,  

questo oggi vi parlo, nuovamente, di Vani protagonista di Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso, uscito  qualche anno fa. Se non avete letto ancora L' imprevedibile piano della scrittrice senza nome, correte ai ripari… Ma, bando  alle ciance vi lascio qualche info e poi alla recensione:






Titolo: Scrivere è un mestiere difficile
Serie: Vani #2
Autrice: Alice Basso
Casa editrice: Garzanti
Trama: Un gesto, una parola, un’espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con sé stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un’anziana cuoca. Un’impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C’è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vázquez Montalbán, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l’altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l’affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti. Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l’intuito di Vani può smascherarli.

RECENSIONE



La serie Vani è cosi  composta:
- L' imprevedibile piano della scrittrice senza nome (Recensione )
- Scrivere è un mestiere pericoloso


Io ho vissuto più avventure fatte e finite nei libri di quante ne abbia viste anche solo cominciare nella vita vera. Semmai è proprio la vita vera quella che rimane sempre lì appesa per aria, e solo una volta ogni eone va a parare da qualche parte. È nella vita che trama e intreccio il più delle volte lasciano a desiderare: nei  libri, perlomeno in quelli buoni, tutto ha un coronamento, un senso.  È un tale sollievo."





Vani è una Ghostwriter: scrive libri nell' ombra per altri scrittori,   il suo stipendio è aumentato un po', restando sempre sottopagata,  mentre gli altri scrittori e scrittrici si prendono i meriti, ma per fortuna, adesso Vani è diventata una consulente esterna per la polizia,  una collaboratrice, soprattutto d' aiuto per il suo nuovo capo, il  commissario Berganza, perché Vani è abile ad entrare nelle teste altrui, una  peculiarità di cui né farebbe almeno, ma non può farlo. 
  Tra interrogatori e piccole ricerche, Enrico,   di Edizioni  L'Erica, le propone di scrivere un nuovo libro, sempre nell' ombra, un libro di cucina, un ricettario ma  raccogliendo le memorie di Irma Envrin, un' ultraottantenne e cuoca per sessant' anni di una delle più importanti famiglie di Torino, Giay Marin.
  Un' impresa difficile, titanica, per Vani, perché non sa cucinare, né i tempi di cottura o descrivere una preparazione di un piatto, non sa nemmeno distinguere una cipolla da uno scalogno, ma questi sono solo piccoli dettagli, perché ad aiutarla c'è Romeo Berganza, il commissario  Berganza. Ma,  durante un incontro con Vani, Irma dichiara candidamente di aver ucciso un uomo, Adrian Giay Marin, erede della famiglia e della casa di moda, ma cinque anni prima, Aldo Giay Marin, il fratello della vittima, aveva confessato l' omicidio… Chi ha ucciso Adrian?




   Vani è una protagonista ben cararatterizzata, differente dalle altre, ma sa conquistare il lettore grazie alla sua atipicità, punto di forza di questa storia e serie. 
    Più" conosco " Vani è più mi appare come una persona in carne e ossa, pungente, irriverente e un po' asociale, non come un personaggio di carta, nato  da una penna di una scrittrice, con il suo essere poco incline ai rapporti sociali, ma grazie a poche parole riesce a entrare nella testa delle persone, degli autori, in pochi attimi  nel cuore del lettore, perché è sensazionale con le sue sfumature del suo carattere, del suo essere, cosi spontanea e reale, tangibile e veritiera.
 Questa volta, ringrazio Vani per un' altra verità, opinione che ho capito, immediatamente, perché Vani mi sta donando tante lezioni private, mi sta aprendo la mente su  molti aspetti che prima ignoravo.  Quindi, grazie Vani!


“Per quel che mi riguarda, una decisione presa è una decisione presa.
 La vita è troppo breve per rileggere lo stesso libro, specie se sai già che finisce di merda.

Al pari  di Vani, c'è  sempre Berganza, questa volta si scopre essere un cuoco provetto, sotto il  suo essere taciturno, e come ho già scritto nella  recensione precedente, Berganza è un commissario uscito da una serie tv.
 Ma una menzione speciale va, ad Irma, un' anziana signora di ottant'anni passati pungente, irriverente, una Vani anziani.

   Lo stile della Basso è pulito, leggero e a tratti brioso, non utilizza giri di parole per allungare la storia, al contrario, arriva al punto, direttamente e questo permette al lettore di fagocitare la storia con avidità, curiosità e leggerezza, proprio questo è successo  a me: ho divorato le pagine con semplicità, la storia di Vani è scorsa sotto i miei occhi mentre  le pagine virtuali girate tra le mie mani in poche ore, creando una sorta di dipendenza dalla penna della Basso e dalla storia vera e proprio.


Scrivere è un mestiere pericoloso, si è rivelato una lettura accattivante, a mio avviso, con un pizzico di mistero rispetto al primo, dove mi è mancato ciò, ma questo tocco di mistero, suspense, regala alla storia una marcia in più, rendendola perfetta.


  Quando inizio a leggere una serie, come in questo caso,  di non provare le stesse emozioni o sentimenti provati durante il corso della prima storia o che il secondo volume possa essere lievemente sottotono rispetto al primo volume, ma non è il caso di Scrivere è un mestiere pericoloso, un degno sequel di l' imprevedibile piano della scrittrice senza nome, tutto da leggere e coinvolgente, al punto giusto.

   Se non conoscete Vani è un vero peccato,  correte a conoscerla perché: leggere i libri della Basso è la  gioia di una lettrice e ora torno tra le pagine di Non ditelo allo scrittore!!







⭐⭐⭐⭐


Ella


2 commenti:

  1. Sono contenta di leggere che anche a te Vani ti ha conquistata :) Spero con tutto il cuore che la Basso scrivi al più presto qualcos'altro :)

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    Risposte
    1. Sono molto felice di leggere la serie di Vani, perché ho letto molte recensioni positive e non vedevo l' ora di "conoscere", per il momento ho altri due libri della Basso da leggere, ma spero che la Basso continui a scrivere qualche altra storia o serie =)!

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