Ciao lettori!
La recensione odierna è dedicata al libro Quasi tre di Tommaso Avati, edito dalla Fabbri editori, vi lascio qualche info e poi alla recensione:
Titolo: Quasi tre
Autore: Tommaso Avati
Casa editrice: Fabbri editori
Genere: Narrativa
Trama: Raffaele e Benedetta, undici anni di matrimonio, zero figli, due adorabili maialini d'appartamento da chiamare "bambini". Due voci, l'una il controcanto dell'altra, che si rincorrono e ci raccontano la loro storia: lei segretaria in un'agenzia romana per lo spettacolo e appassionata di cucina, lui sceneggiatore mancato riciclatosi insegnante, figlio d'arte in attesa perenne di sfondare nel mondo del cinema. Un rapporto ormai cristallizzato in una routine distratta, il loro, eroso dall'abitudine e dalla delusione di non essere riusciti a fare della propria esistenza qualcosa di cui andare fieri. Poi accade l'impensabile. A quarantasei anni, quando già comincia a pensare alla menopausa, Benedetta rimane incinta: il caso, con grande ironia, inizia a giocare con Lele e Benny, concedendo loro un'altra possibilità, l'occasione per riprendere il controllo del loro matrimonio e delle loro vite. Ma a volte non c'è niente di meglio di un "secondo tempo" per rimescolare le carte di una vita intera: tra genitori disfunzionali e colleghi sull'orlo di una crisi di nervi, Lele e Benedetta vengono risucchiati in un turbine di incomprensioni, aspettative malriposte e disavventure esilaranti, dove la posta in gioco è un amore dolceamaro, quasi acido. Insomma, un amore normale.
"Siamo in tre, noi tre."
"Quasi tre"
"Quasi tre"
Benedetta e Lele, sono sposati da undici anni. La loro vita matrimoniale procede in modo tranquillo, un ritmo monotono, con due maialini, Timmy e Tommy, i loro " bambini", perché di figli veri e propri non sono mai arrivati.
Benny lavora come segretaria, Lele lavora come maestro di scenografia ed il loro rapporto è privo di emozioni, distrutto dal tempo. Ma, all' improvviso, il loro ritmo tranquillo viene interrotto da un evento importante: quando ormai aveva perso le speranza, quasi rassegnata, quando pensava alla menopausa, Benny scopre di essere incinta. Una nuova vita sta crescendo dentro di lei. Eppure, quel quasi tre è destinato a durare poco…
Benny lavora come segretaria, Lele lavora come maestro di scenografia ed il loro rapporto è privo di emozioni, distrutto dal tempo. Ma, all' improvviso, il loro ritmo tranquillo viene interrotto da un evento importante: quando ormai aveva perso le speranza, quasi rassegnata, quando pensava alla menopausa, Benny scopre di essere incinta. Una nuova vita sta crescendo dentro di lei. Eppure, quel quasi tre è destinato a durare poco…
Quasi tre è la storia di Benedetta e Raffaele, due personaggi intrappolati nella monotonia della loro vita matrimoniale, priva di ogni dialogo, hanno accantonato i loro sogni, si sono sposati un po' tardino - come se per sposarsi c'è un limite d' età - e non hanno figli.
Benny voleva essere una chef, ma è diventata una segretaria, non ama il suo lavoro, odia il suo capo, perché ha da poco scoperto di essere incinta.
Benny si è dimenticata di essere una donna senza figli, è una donna, una moglie, non è una madre, perché nella vita non si può essere tutto, eppure manda bacini nascosti ai bambini piccoli, il sogno di una gravidanza è sempre con lei, eppure a quarantasei anni si ritrova in dolce attesa, quando meno se l' aspetta, lei che non faceva altro che nascondere il desiderio di un figlio.
Lele è figlio d' arte di uno dei più importanti sceneggiatori, si è ripiegato sull' insegnamento, sta aspettando la sua occasione per farsi conoscere nel mondo della scenografia, e colui che si domanda perché si fanno i figli, quando arriva l' occasione che attende da una vita e inizia scrivere una sceneggiatura di un film, a cui manca il titolo.
Tommaso Avati utilizza il doppio punto di vista dei due protagonisti, Lele e Benny, per farci conoscere la loro vita tranquilla, piatta, le loro sensazioni ed emozioni, nel raccontare il loro rapporto di coppia precario, fragile, perché se la gravidanza li fa avvicinare e anche il motivo della loro separazione, definitiva. La penna di Avati è scorrevole, delicata e la storia si legge velocemente, troppo, in alcuni momenti mi è sembrato che mancasse qualcosa scena - come se fossero state interrotte all' improvviso - come è interrotto il finale di Quasi tre. Si perché, il finale è interrotto e ciò mi ha lasciato perplessa, perché ho girato la pagina virtuale - leggo in digitale- convinta di trovare qualche altra pagina e invece NO, niente -.-.
Il finale meh, mi ha lasciato insoddisfatta, perché Avati interrompe la storia sul più bello, a mio avviso, potrebbe regalare un nuovo inizio ai due personaggi e, invece, li lascia cosi allo sbaraglio del loro nuovo destino, dividendoli.
Insomma, il finale è quello che non ho apprezzato maggiormente, la storia è gradevole, piacevole e per questo il mio voto è di tre stelline, perché - a mio umile parere - il finale, soprattutto negli auto conclusi, fa tanto e in qualche modo rende giustizia alla storia!
Ella
Benny si è dimenticata di essere una donna senza figli, è una donna, una moglie, non è una madre, perché nella vita non si può essere tutto, eppure manda bacini nascosti ai bambini piccoli, il sogno di una gravidanza è sempre con lei, eppure a quarantasei anni si ritrova in dolce attesa, quando meno se l' aspetta, lei che non faceva altro che nascondere il desiderio di un figlio.
"A quarantasei anni me lo sono scordata di essere una donna senza figli. Sono una donna, punto. Sono una moglie, una lavoratrice, una contribuente, una elettrice, una cittadina e una consumatrice. Ma non sono una mamma. Mica si può essere tutto. "
Lele è figlio d' arte di uno dei più importanti sceneggiatori, si è ripiegato sull' insegnamento, sta aspettando la sua occasione per farsi conoscere nel mondo della scenografia, e colui che si domanda perché si fanno i figli, quando arriva l' occasione che attende da una vita e inizia scrivere una sceneggiatura di un film, a cui manca il titolo.
"E quello che mi chiedo è: perché facciamo figli? Perché si decide di avere un bambino? Per amore, si dice. Ma amore di cosa, amore di chi? Si può amare qualcuno che ancora non esiste? È un amore preventivo, quasi pretestuoso, ha qualcosa di sospettosamente affine all’amor proprio. "
Tommaso Avati utilizza il doppio punto di vista dei due protagonisti, Lele e Benny, per farci conoscere la loro vita tranquilla, piatta, le loro sensazioni ed emozioni, nel raccontare il loro rapporto di coppia precario, fragile, perché se la gravidanza li fa avvicinare e anche il motivo della loro separazione, definitiva. La penna di Avati è scorrevole, delicata e la storia si legge velocemente, troppo, in alcuni momenti mi è sembrato che mancasse qualcosa scena - come se fossero state interrotte all' improvviso - come è interrotto il finale di Quasi tre. Si perché, il finale è interrotto e ciò mi ha lasciato perplessa, perché ho girato la pagina virtuale - leggo in digitale- convinta di trovare qualche altra pagina e invece NO, niente -.-.
Il finale meh, mi ha lasciato insoddisfatta, perché Avati interrompe la storia sul più bello, a mio avviso, potrebbe regalare un nuovo inizio ai due personaggi e, invece, li lascia cosi allo sbaraglio del loro nuovo destino, dividendoli.
Insomma, il finale è quello che non ho apprezzato maggiormente, la storia è gradevole, piacevole e per questo il mio voto è di tre stelline, perché - a mio umile parere - il finale, soprattutto negli auto conclusi, fa tanto e in qualche modo rende giustizia alla storia!
Ella
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